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stuttura e problemi legati all'udito
L'ORECCHIO
problemi dell'udito
acufeni e sordità
sordità
Per
sordità (ipoacusia) si intende una
riduzione, più o meno grave, dell’udito.
Al fine di definire cosa si debba intendere per ipoacusia è necessario stabilire il significato della normalità uditiva (normoacusia). Solitamente si definisce come normoacusico un soggetto in grado di percepire suoni di intensità pari o inferiore a 20-5 dB per tutte le frequenze del campo tonale. L’ipoacusia può essere
unilaterale o
bilaterale. Di
entità lieve, media, grave e gravissima (gradazione che può basarsi sul giudizio soggettivo del paziente o sulla determinazione della soglia audiometrica).
In rapporto alla sede del danno l’ipoacusia può essere classificata in:
- TRASMISSIVA: espressione di una lesione a carico dell’apparato di trasmissione (orecchio esterno e medio);
- NEUROSENSORIALE: espressione di una lesione a carico dell’apparato di trasduzione (cellule ciliate) o di invio del segnale ai centri nervosi (nervo acustico);
- MISTA: se vi è una contemporanea sofferenza dell’apparato di trasmissione e di trasduzione;
- TRAUMA ACUSTICO: si tratta di una diminuzione dell’udito conseguente all’esposizione prolungata a rumori di elevata intensità.
acufeni
Sono percezioni sonore in assenza di una stimolazione fisiologica. Dovrebbero essere differenziati dai cosiddetti acufeni oggettivi, costituiti da rumori prodotti da strutture vicine all’orecchio, di origine vascolare, tubarica, muscolare, articolare, spesso percepibili anche da parte dell’operatore. Nel 90% dei casi gli acufeni si manifestano associati o conseguenti a patologie dell’orecchio ed è possibile affermare che non esiste patologia auricolare esente dalla possibilità di essere associata ad acufeni. Si ritiene che il 10% circa della popolazione sia affetta da acufeni continuativi e che nello 0,5% siano di intensità tale da determinare fastidio.
Dal punto di vista clinico l’aspetto più importante da valutare è la capacità o meno di sopportazione del sintomo da parte del paziente, con tutte le possibili ricadute sulla qualità di vita (nervosismo, insonnia, ridotta capacità di concentrazione, depressione, ecc). Un buon rapporto con l’acufene può portare alla sua scomparsa (o comunque sopportazione), mentre un notevole grado di fastidio derivato dalla sua presenza è spesso conseguente ad una patologica attenzione allo stesso.
In mancanza di terapie mediche o chirurgiche sicuramente efficaci, si possono utilizzare
strategie terapeutiche volte ad ottenere una
migliore convivenza con il disturbo.
cosa fare?
l'audioprotesista
L’audioprotesista (Dottore in Tecniche Audioprotesiche) è il professionista sanitario laureato che si occupa della correzione dei deficit uditivi tramite interventi riabilitativi. Il professionista provvede alla selezione, adattamento ed applicazione del dispositivo medico uditivo, utile a correggere e ristabilire i deficit della dinamica uditiva; mediante atti di piena autonomia e propria responsabilità professionale.
Il Dottore in Tecniche Audioprotesiche, riconosciuto dalla Repubblica Italiana deve essere in possesso, per poter svolgere la professione, della laurea in Tecniche Audioprotesiche che si consegue presso la facoltà di Medicina e Chirurgia.
